Per alcuni sono “bamboccioni”, ma in molti casi vivere a 40 anni con i genitori non è una scelta ma una necessità.

Probabilmente molti di noi ricordano un film francese dell’inizio del nuovo millennio, Tanguy, dove veniva rappresentata, in veste di commedia, una situazione che negli ultimi decenni si verifica sempre più di frequente: quella delle persone che si trovano a vivere con i genitori a 40 anni.

Parliamo di un fenomeno molto diffuso nella cultura giapponese che ha coniato il termine “Parasite Single” per indicare gli uomini e le donne che dopo i 30 decidono di vivere con i genitori, con l’intento di garantirsi una vita più semplice e agiata.

Per gli italiani la definizione più diffusa dal 2007 è quella di “bamboccioni”, dalle parole dell’allora Ministro dell’Economia Padoa-Schioppa: una definizione probabilmente troppo semplicista e infelice, che non è in grado di approfondire tutti gli aspetti di questo particolare fenomeno.

Vivere a 40 anni con i genitori: una tendenza in crescita

Si può partire dai dati per capire come questo comportamento sia sempre più diffusa.

Nel 2009 una ricerca Istat in materia segnalava come un numero sempre più elevato di giovani decidesse di vivere in famiglia anche dopo aver raggiunto la fatidica soglia dei 40 anni.

Cercando di indagare allo stesso tempo le motivazioni che avevano portato a questo cambio di rotta da parte delle nuove generazioni.

Perché in molti casi non è la semplice comodità a spingere a questa scelta: il “restare nel nido” molto spesso è frutto invece di una necessità, legata ai cambiamenti della società che si sono verificati negli ultimi decenni.

Quando per alcuni è una scelta

Per alcune persone, continuare a vivere a 40 anni con i genitori, anche se si è raggiunta l’indipendenza economica è una vera e propria scelta.

Tralasciando le singole motivazioni personali o le circostanze particolari, molti di colori che fanno questa scelta perché, in realtà, si trovano particolarmente bene nel restare a casa in famiglia.

Questo vuol dire che non hanno dei genitori che li pressano perché cerchino la loro indipendenza, ma preferiscono tenere i figli legati a sé.

A modificare questo equilibrio possono essere solamente degli eventi di “grande portata”, come può essere la scelta di sposarsi o la necessità di trasferirsi in un’altra città o paese per questioni lavorative.

In effetti, soprattutto se si ha una madre “vecchia maniera”, che dedica molte attenzioni alla casa e alla famiglia, vivere a 40 anni con i genitori comporta tutta una serie di benefici non trascurabili dal punto di vista pratico.

Basta pensare alla comodità di trovare il bucato sempre lavato, stirato e ordinato nell’armadio, colazione, pranzo e cena pronti senza la necessità di cucinare e nemmeno di fare la spesa e la possibilità di godere della compagnia e dell’aiuto di persone care (per esempio nel caso di malattie).

Senza dimenticare il risparmio economico!

L’acquisto di un’abitazione oppure l’affitto della stessa rappresenta un costo importante, a cui vanno aggiunte le bollette per le utenze, l’eventuale tassazione e le spese di ogni giorno.

Si tratta di tutta una serie di spese che rischia di erodere, anche in modo pesante, uno stipendio normale.

La conseguenza diventa la difficoltà a risparmiare e ad avere a disposizione delle somme per le proprie esigenze personali.

Risparmiare, vivendo con i genitori sino all’età adulta, permette di avere una maggiore disponibilità di denaro da destinare al “divertimento”.

Viaggi, oggetti elettronici, vita sociale diventano sicuramente obiettivi più semplici da raggiungere quando non si deve “litigare” con le bollette e le rate del mutuo.

quando a volte è una necessità

Non sempre quella di vivere con i genitori a 40 anni è una scelta: a volte le condizioni di vita impongono questa soluzione.

Per capire il perché bisogna considerare come sono cambiati il modo di vivere e la società negli ultimi decenni.

In primo luogo per quel che riguarda la durata degli studi.

Se fino agli anni ottanta e novanta molti giovani terminavano la scuola dell’obbligo per poi cercare e trovare un lavoro.

Ora sono molti di più quelli che intraprendono una carriera universitaria, che può durare anche diversi anni. 

Inoltre l’ingresso nel mondo del lavoro è sempre più complicato!

Questo vuol dire iniziare a lavorare più tardi, per un certo periodo di tempo (che può comprendere diversi anni) lavorare con stage e contratti a tempo determinato che offrono pochissime garanzie di continuità e quindi la conseguente difficoltà a ottenere l’indipendenza finanziaria.

Non è raro che fra i 35 e i 40 anni molte persone si trovino ancora nella condizione di precariato, che sicuramente non permette con tranquillità di uscire di casa e trovare una propria sistemazione indipendente.

In molti casi l’aiuto, anche economico, dei genitori, ha un ruolo molto importante.

Pro e contro di vivere con i genitori a 40 anni

Quali che siano le motivazioni alla base del vivere con i genitori a 40, è evidente che questa situazione porta con sé dei vantaggi e degli svantaggi.

Vediamo insieme quali sono.

Vantaggi

  • la possibilità di risparmiare denaro che servirebbe per le spese quotidiane e investirlo nella propria attività professionale, nella formazione o nel divertimento;
  • il fatto di non doversi occupare delle incombenze quotidiane della gestione di una casa;
  • il sostegno, anche morale, di essere sempre all’interno del nucleo familiare.

Svantaggi

  • una minore libertà, perché il vivere in casa con i genitori comporta sempre la necessità di adattarsi a determinate regole (per esempio la difficoltà a portare amici oppure eventuali partner in casa);
  • il procrastinare l’incontro-scontro con la realtà della vita quotidiana, fatta di incombenze ma anche di soddisfazioni;
  • il rischio che questa situazione si protragga per molto tempo, diventando poi, con l’invecchiare dei genitori, una sorta di obbligo “morale” (per cui non si può più lasciare casa nemmeno volendo perché bisogna occuparsi di loro).

Il fatto di vivere con i genitori dopo i 40 anni è un fenomeno complesso, che non può essere risolto con la semplice etichetta di “bamboccioni”.

Le ragioni alla base possono essere diverse e vanno tutte studiate e comprese per avere una visione chiara della situazione e poter decidere in piena sicurezza cosa è meglio fare.