“Una nave nel porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite”.
(John Augustus Shedd)

COS’è LA PAURA?

Il termine paura indica una forte emozione che possiamo provare di fronte ad una situazione che percepiamo pericolosa per noi. Quando proviamo paura ci sentiamo minacciati, indifesi, esposti a dei forti rischi per la nostra vita o a quella dei nostri cari.

La paura è un emozione primaria governata dal nostro istinto, presente sia nell’essere umano che negli animali. Si tratta di un meccanismo di difesa fondamentale per la nostra sopravvivenza.

Essa viene provocata da situazioni che percepiamo di pericolo, che possono essere fisiche “reali” o prodotte dalla nostra fantasia.

Come e quando nasce la paura

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.”

Martin Luther King

La paura è un emozione primitiva che abbiamo imparato a sperimentare già dai primi tempi in cui abbiamo messo piede sulla terra. In quelle epoche la paura svolgeva una funzione fondamentale, dato che ci permetteva di fuggire da animali feroci e pericoli costanti.

Questa nostra emozione ci serve per proteggerci e difenderci dai pericoli, quando siamo di fronte ad una minaccia infatti, ci mette in allarme permettendoci di salvarci.

La paura scatena tramite il nostro sistema nervoso autonomo, delle reazioni sul nostro corpo le quali oltre a metterci in allarme ci danno momentaneamente più forza per combattere o scappare.

Questo meccanismo di difesa ci ha permesso di sopravvivere in tempi pieni di pericoli, e ci ha accompagnato durante tutta la nostra evoluzione come esseri umani.

Ad oggi le nostre paure hanno avuto un cambiamento e mentre prima l’emozione si scatenava in presenza di un pericolo reale che minacciava la nostra vita, adesso esistono più nella nostra mente. Una fra queste è la paura del fallimento.

Per comprenderla meglio dobbiamo fermarci un attimo a capire meglio.

cos’è il fallimento?

il termine “fallire” significa semplicemente: “sbagliare, cadere, cadere in errore”.

Tutti sbagliamo, cadiamo e ci rialziamo da quando siamo piccoli, perché allora abbiamo così tanta paura una volta cresciuti?

Beh perché nella nostra epoca questo termine ha assunto significato diverso, infatti definiamo “fallito” una persona che non ce l’ha fatta, pertanto la percepiamo inutile ed inferiore.

Utilizziamo questo termine per disprezzare l’altro, caricando la parola di un significato profondamente negativo che prima non aveva.

Essere visti dagli altri e da noi stessi in questo modo, ci spaventa molto, in quanto farebbe crollare la considerazione e la stima che dovremmo avere di noi, privandoci di ogni importanza.

LA PAURA DEL FALLIMENTO

“Anche il più terribile fallimento, anche il peggiore, il più irrimediabile degli errori, è di gran lunga preferibile al non averci provato”.
(Meredith Grey Grey’s Anatomy)

La paura del fallimento, nella nostra mente, non è più legata al suo reale significato, cioè alla paura di sbagliare, di cadere, il che è naturale che avvenga (abbiamo imparato a camminare, andare in bici, suonare uno strumento etc. cadendo e sbagliando).

Oggi ha assunto un significato molto più forte e distruttivo, il che fa vivere quegli errori cosi normali e naturali come una tragedia. Infatti la paura del fallimento si lega in modo più profondo con la paura di non essere abbastanza, di non soddisfare le aspettative dei nostri genitori.

Il confronto con gli altri in una società che alza sempre l’asticella, il paragone costante con quello che ci viene presentato come “meglio di noi”, ci fa vivere con un sovraccarico di forti tensioni.

L’atto di fallire viene così percepito come una grave colpa, una vergogna da nascondere al mondo. Sviluppiamo il peso e la paura del giudizio degli altri, immaginando che se ne stiano lì a guardarci per aspettare il momento esatto in cui cadremo. Iniziamo a pensare al fallimento come a un punto tragico e di non ritorno.

Viviamo come se dovessimo ottenere costantemente un “successo” che ci faccia brillare davanti agli altri, come se fossimo diventati il trofeo di noi stessi, e sentissimo la necessità di esporci per essere ammirati all’esterno.

Cos’è il successo?

L’idea di successo racchiude al suo interno un mondo di significati, pensieri e aspettative che sono diverse in ognuno di noi.

Si tratta di un concetto totalmente personale, con un significato diverso per ogni persona, per qualcuno il successo può essere:

  • diventare un bravo pizzaiolo
  • essere un buon genitore
  • diventare milionari
  • avere tante donne/uomini
  • avere un compagno fino alla vecchiaia
  • dedicarsi ai meno fortunati
  • laurearsi con il massimo dei voti
  • iniziare a lavorare da giovani ed essere più indipendenti
  • viaggiare il mondo zaino in spalla

Insomma non esiste un successo universale, come non esiste un fallimento universale. Siamo noi che gli attribuiamo dei significati e sempre noi che ne sentiamo il peso sulle spalle.

Tuttavia viviamo in una società che ci da spesso delle strade ben delineate e distinti tra di loro. Se rispetti certi stili di vita e hai raggiunto determinati risultati, sei di successo, altrimenti sei un fallito.

Essere di successo in realtà è un concetto molto più semplice che poco ha a che fare con tutto questo.

Una persona di successo è una persona che ha indirizzato la propria vita verso un percorso e degli obiettivi personali che la fanno stare bene, la rendono felice, le danno un motivo e un percorso di vita. In questo suo personale percorso, affronta gioie e dolori che le sfide e la vita presentano.

Smettiamola di permettere che sia l’esterno a decidere cosa siamo e cosa dovremmo essere e percorriamo serenamente e con passione le strade che più fanno per noi.

Una volta che abbiamo dato il giusto peso e senso al nostro successo, iniziamo a costruirlo.. come? Iniziando a fallire!

NON ESISTE SUCCESSO SENZA FALLIMENTO

Una volta individuato quello che ti piacerebbe fare, non ti resta che un piccolo passo successivo: fallire.

Ma come.. per avere successo devo prima fallire? Esatto. Fare i primi passi per costruire un qualcosa che vogliamo ci porterà sacrifici, errori, cadute.

Ma non dobbiamo farci spaventare da questo, è un processo naturale che tutte le persone “di successo” hanno sperimentato e continuano a sperimentare.

L’unica cosa che ci terrà lontani dalla nostra realizzazione personale, è la paura di iniziare e di fallire.

Intorno a noi sentiamo spesso storie di grandi successi, nati dal nulla come per magia.

In queste storie sembra mancare il sudore, la fatica e le cadute. Leggendole tendiamo a pensare “che fortuna quella persona”, tuttavia quella che ci viene raccontata come una fiaba da invidiare è ben distante dalla realtà.

Vediamo insieme qualcuna di queste storie.

Storie di “fallimenti di successo”

“L’unico vero fallimento sta, in realtà, nel permettere alla sconfitta di avere la meglio su di noi”.
(Anthony Clifford Grayling)

J. K. Rowling : (Harry Potter)

La Rowling è appassionata di scrittura sin da bambina, seppur contro il volere dei genitori che vorrebbero che si interessasse a qualcosa di più pratico.

Durante il periodo universitario decide di iscriversi alla facoltà di Lingue, durante quegli anni perde la madre ancora giovanissima (45 anni) per via della sclerosi multipla. Questo evento la segna profondamente, portandola a vivere diversi periodi di depressione.

Di giorno cerca di tirare avanti con difficoltà facendo diversi lavoretti, di sera scrive i suoi libri tra cui Harry Potter. Nessuno da attenzione ai suoi scritti, la cosa la fa sprofondare maggiormente nello sconforto e nella sfiducia in se stessa. Nel frattempo ha una figlia dal suo primo marito, ma si ritrova a crescerla da sola e senza soldi, inizierà a vivere di soli sussidi statali per lei e la figlia.

Gira diverse case editrici per pubblicare i suoi libri, ma trova sempre le porte sbattute in faccia, nessuno sembra darle fiducia.

Nel 1997 una piccola casa editrice decide di darle una possibilità, il resto è storia, oggi è una delle scrittrici e donne più ricche al mondo.

Steve Jobs : (Apple)

Alla nascita viene abbandonato dalla madre biologica perché non poteva prendersi cura di lui, viene adottato successivamente da una famiglia modesta.

La sua vita universitaria durò pochissimo, dato che decise di abbandonarla poco dopo l’iscrizione per gli elevati costi che non potevano sostene come famiglia e per la sua mancanza di interesse verso quell’ambiente e metodi d insegnamento.

Iniziò a studiare da autodidatta e a frequentare alcuni corsi senza essere ufficialmente iscritto.

Per risparmiare si faceva ospitare da amici e raccoglieva bottiglia di coca-cola vuote che restituiva ai fornitori per 5 centesimi l’una. Spesso si spostava per diversi Km a piedi per andare a mangiare in posti dove offrivano i pasti.

Da sempre appassionato di informativa, nel 1976 fondò la Apple nel suo garage. Contribuì a far crescere l’azienda portandola ad essere una delle migliori al mondo, ma nel 1985 venne licenziato dalla sua stessa azienda.

Tutto quello che aveva costruito dal nulla se lo vide portare via e il suo mondo crollò. Dopo un periodo di depressione, fondò due nuove aziende la Next e la Pixar.

Nel 1996 la sua vecchia azienda “caduta in crisi” in quel periodo, gli diede nuovamente la gestione. Da li Steve Jobs non si fermò più diventando uno degli uomini più ricchi del mondo.

Walt Disney: (Disney)

L’inizio della sua carriera fu caratterizzata da moltissimi fallimenti. Venne licenziato presso il giornale Kansas City Star perché “mancava d’immaginazione e non aveva buone idee”. Le sue creazioni vennero constantemente respinte, ma non fecero spegnere la sua passione e voglia di andare avanti.

Topolino fu respinto, criticato di essere (strano a credersi anche per quei tempi) “troppo spaventoso per le donne”. “I tre porcellini” furono più volte scartati perché vi erano soltanto quattro personaggi e una storia troppo banale.

La sua prima attività imprenditoriale, finì in bancarotta e lui si ritrovò senza nulla tra le mani e ricoperto di debiti.

Walt però non si arrese e continuò ad inseguire i suoi sogni, continuando a nuotare in un fiume di insuccessi. Puntò forte sulla sua creazione “Topolino” nonostante nessuno fosse disposto a credere in lui e nel suo progetto.

Più tardi, creò la Walt Disney Company, la compagnia che fece sognare intere generazioni di grandi e piccini! Un azienda che attualmente guadagna miliardi di dollari.

Conclusioni

Affrontare le nostre paure e insicurezze non è mai facile, ma è l’unico modo per andare avanti e costruire un qualcosa che ci renderà orgogliosi di noi. Scacciamo via tutte questi pensieri negativi che ci tengono bloccati.

Iniziamo a credere in noi stessi e a fare ciò che ci appassiona, impariamo a cadere e rialzarci come quando eravamo bambini, e passo dopo passo percorriamo la nostra strada a testa alta!

“Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto.

Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite”.

(Mark Twain)

1 commento su “Paura del fallimento: come superarla e iniziare ad avere successo”

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