Esistono delle fobie in ogni area, pensa ad esempio all’aracnofobia, una delle fobie più diffuse che riguarda la paura dei ragni oppure ad altre come la claustrofobia. Ci sono tantissime fobie e negli ultimi anni ne sono nate di nuove come la nomofobia.

Viviamo in una società sempre più digitalizzata e connessa, ogni giorno per diverse ore utilizziamo un computer per passare il tempo o per lavorare, il nostro smartphone per navigare sui social e messaggiare con gli amici o con il partner, i tablet per guardare i film e le serie tv.

La tecnologia è diventata il prolungamento del corpo dell’uomo. Sembra che senza di essa non potremmo riuscire a vivere neanche per poche ore, le abitudini dell’uomo sono completamente cambiate nel corso del tempo.

Probabilmente proprio per queste ragioni è sorta una nuova fobia chiamata nomofobia.

Questo nome deriva dall’inglese no-mobile-phone fobia, cioè la paura irrazionale di perdere o di non avere accesso al proprio smartphone. Il non essere reperibili o non avere alcun accesso online fa sorgere condizioni di stress e di ansia in molti uomini. 

Questa fobia ancora non è stata ufficialmente riconosciuta come una condizione psichiatrica ma può essere considerata una vera e propria dipendenza dal telefono cellulare. 

Cos’è la nomofobia e quali persone riguarda?

Chi soffre di nomofobia nel momento in cui si trova lontano dal proprio cellulare o la batteria di questo si scarica avverte sensazioni di stress, ansia o addirittura panico.

Ci sono una serie di sintomi che possono verificarsi come ad esempio un aumento della frequenza cardiaca, una sensazione di mancanza di respiro, ansia, nausea, tremore, disagio. 

Questo nuova fobia deriva anche dalle abitudini diverse che l’uomo ha sviluppato nel corso degli anni. Oggigiorno è diventato normale ciò che fino a soli 20 anni fa non si poteva neanche immaginare.

In passato i telefoni venivano utilizzati solo in caso di necessità per chiamare qualcuno, mentre oggi con la nascita degli smartphone è possibile compiere qualsiasi tipologia di attività. 

Le persone che soffrono di questa fobia fanno di tutto per avere sempre con sé lo smartphone, non riescono e non vogliono distaccarsi da esso neanche per un secondo.

Se il loro smartphone fosse nelle mani di un’altra persona o fosse scarico per diverse ore senza la possibilità di ricaricarlo starebbero in uno stato di forte ansia. Molti associano queste condizioni al disturbo d’ansia da separazione, cioè il disturbo che insorge quando ci si separa da qualcosa. 

La nomofobia non è una condizione da sottovalutare perché va a colpire il lato psicologico di chi ne soffre. Quindi una persona potrebbe essere presente fisicamente ma essere assente psicologicamente. 

Come far fronte a questa fobia?

Per far fronte a questa fobia ci sono delle diverse attività che si potrebbero svolgere, come ad esempio: consulenza interpersonale oppure una terapia cognitivo comportamentale che risulta molto utile nel rinforzare il comportamento autonomo.

In alcuni credono che possa essere utilizzata anche la terapia dell’esposizione. Secondo questa, durante la terapia il soggetto dovrebbe essere esposto alla sua fobia (in questo caso l’assenza dello smartphone) per poi trasportare questa condizione gradualmente a scenari di vita reali (quindi distaccandosi dal proprio smartphone gradatamente). 

Ci sarebbero anche diversi metodi che potrebbero aiutarti a distanziarti dal tuo smartphone se soffrissi di questa fobia. La prima cosa che potresti fare è quella di ridurre al minimo la navigazione sui social. Potresti decidere un limite orario giornaliero e cercare di rispettarlo.

La seconda azione che potresti compiere potrebbe essere quella di disattivare tutte le notifiche del tuo cellulare. Ogni volta che appare una notifica infatti sei attratto dal tuo telefono, questo ti potrebbe servire per distanziarti pian piano. 

Infine il decluttering, cioè puoi eliminare tutte quelle foto, app e giochi che non sono necessari sul tuo smartphone. Ovviamente con queste azioni non potrai ottenere dei risultati da un giorno all’altro ma ti potrebbero portare ad un miglioramento graduale. 

Nel momento in cui si è dipendenti da qualcosa anche queste piccole azioni possono risultare essere molto difficili. Quindi cerca di fare del tuo meglio e ridurre gradatamente il tuo utilizzo. 

La nomofobia è destinata a diffondersi sempre di più?

In una società in cui la tecnologia si continua a sviluppare alla velocità della luce, il rischio a cui si potrebbe andare incontro è sicuramente quello che una fobia come questa si possa diffondere a macchia d’olio.

Molte persone infatti fanno sempre più fatica a distanziarsi dal proprio smartphone senza avvertire delle sensazioni negative, indipendentemente dalla fascia d’età.

Secondo il dottor Kinman infatti anche persone anziane stanno diventando più dipendenti dagli smartphone. 

In realtà però, per ora la situazione è sotto controllo perché la maggior parte delle persone riesce a gestire bene il rapporto con il proprio telefono. Anche secondo il dottor Griffiths al giorno d’oggi sono ancora pochissime le persone che sono realmente dipendenti dal loro smartphone. 

Conclusioni

Seppure ad oggi non sono tantissime le persone che abbiano sviluppato una vera e propria fobia a riguardo, è evidente che sempre di più ci stiamo muovendo verso una vera e propria dipendenza da tutti quegli apparecchi elettronici che ci permettono di connetterci con il mondo virtuale.

Quante volte ci ritroviamo seduti a tavola con amici e/o familiari con lo sguardo fisso sul nostro smartphone?

Questa costante immersione e connessione nel mondo virtuale ci sta allontanando sempre più dall’essere presenti sul “qui ed ora”.

Il corpo è in quel luogo fisico, ma la mente vaga in mondi elettronici, sarebbe il caso di prendere coscienza di questa nostra condizione prima di sviluppare una vera e propria nomofobia.

Mai come adesso siamo stati così vicini alle persone e allo stesso tempo così distanti.