La figura del narcisista attrae spesso l’interesse e la curiosità di molte persone, affascinate dal comprendere cosa passi nella mente di questi soggetti.

Ma come si diventa narcisisti e com’era l’infanzia di queste persone?

I genitori del bambino narcisista

La famiglia in cui cresciamo determina in buona parte gli adulti che potremmo diventare, ma quindi che genitori ha avuto un narcisista?

È corretto specificare che ogni individuo ha la sua storia personale che non potrà mai essere del tutto uguale a quella degli altri, tuttavia vi sono diverse dinamiche familiari estremamente simili e comuni nello sviluppo di questa condizione.

Vediamo insieme le principali caratteristiche:

  1. Sono persone estremamente possessive: i figli e la loro vita “gli appartengono”.
  2. Hanno una scarsa capacità emotiva ed empatica: non riescono spesso a comprendere i bisogni e le emozioni del bambino.
  3. Hanno una visione distorta di lui/lei: alle volte li fanno sentire come i numeri 1, superiori a tutti gli altri, molte altre li svalutano pesantemente.
  4. Sfogano le proprie frustrazioni sui figli: hanno un mondo interiore sofferente e lo proiettano sui loro piccoli.
  5. Sono estremamente esigenti: vogliono dei bambini prodigio, dei futuri campioni e non accettano che possano fallire o sbagliare.
  6. Si tratta di adulti rabbiosi: grida, umiliazioni, aggressioni diventano un modo comune di comunicare all’interno della famiglia.
  7. Iperprotettivi e controllanti: controllano tutto quello che fanno i loro figli, anche in età più adulta. Non lasciano spazi vitali in cui poter crescere autonomamente e serenamente.
  8. Incapaci di dare sano amore: pretendono di essere amati ad ogni costo, desiderano che la vita dei figli ruoti sempre intono a loro.
  9. Ingannano e manipolano: rigirano la realtà per come più gli fa comodo, mentendo abitualmente e portando l’altro a soddisfare i loro bisogni.

Soffocare i sentimenti per difendersi dal dolore

Non è difficile comprendere che essere cresciuti in questo modo possa portare a non poche problematiche. Il dolore di non essere amati per quello che sono li porterà a crearsi un mondo irreale nel quale rifugiarsi per fuggire via da una realtà che li spaventa e li addolora.

Il narcisismo nasce sempre da delle profonde ferite nell’anima che da piccoli non si è capaci di comprendere e sopportare.

L’unico modo che sente di avere per difendersi da tutto questo è anestetizzare il proprio cuore per far si che smetta di sanguinare.  

Il bambino ferito e confuso da questo mondo caotico e soffocante non ha le capacità per salvarsi da solo e generalmente finirà con “l’implodere” durante la fase dell’adolescenza, manifestando spesso dei comportamenti distruttivi sia verso se stesso che verso il mondo esterno.

Conoscendo adesso le principali dinamiche che possono portare il soggetto a chiudersi nel suo “mondo narcisistico”, vediamo adesso in maniera più dettagliata il suo percorso di crescita e il suo rapporto con i suoi genitori.

Il vissuto con i genitori e la non-crescita del narcisista

Crescita, autonomia e futura indipendenza? No grazie!

L’egoismo del genitore cercherà in tutti i modi di far sì che i propri figli restino a vita dipendenti da loro, in questo modo avranno sempre del potere su di essi.

Questo avviene perché percepiscono i figli come una loro proprietà e rinnegano la loro indipendenza e autonomia.

In una realtà più sana, invece, dovrebbero accompagnarli nelle fasi di crescita, lasciandoli liberi di poter scoprire se stessi e il mondo e supportandoli nel loro percorso di vita.

Impedendo ai ragazzi di poter camminare con le proprie gambe, finiranno per renderli zoppi e incapaci di andare autonomamente per il loro tragitto.

Il figlio finirà per credere di non essere in grado di crescere senza di loro e così facendo cadrà nella trappola da loro appositamente creata.

La frustrazione riversata sui figli

Molte persone finiscono per fare figli non tanto per donare amore incondizionato, ma per soddisfare in maniera più o meno consapevole i loro bisogni e colmare dei vuoti interiori.

Molte coppie decidono di procreare proprio in momenti di crisi, nei quali hanno paura di perdere il partner e così il bambino diventa un modo per riparare la relazione e tenere l’altro con se.

In altri casi non è raro trovare due persone che sentono di non avere più uno scopo comune, la loro vita la percepiscono più piatta e monotona e li si ci gioca “la carta bambino” per dare un senso al rapporto.

Altri ancora vedono nei figli una seconda opportunità per riprendersi delle rivincite e soddisfazioni personali che nella propria vita sono mancate.

Quando i motivi per mettere al mondo una nuova vita sono prettamente egoistici, sarà difficile poter dare vero amore al nuovo arrivato.

il bambino diventa un mezzo per la propria realizzazione e felicità e quando questa non dovesse arrivare, la loro frustrazione si scaglierà contro di loro.

Il figlio, un trofeo da esporre

Il figlio, per questo tipo di genitori, non è altro che un estensione di loro stessi, una proiezione della loro immagine.

Desiderano ardentemente che sia una persona di estremo successo, in modo da poterlo esporre nella vetrina del loro orgoglio.

Ogni suo successo, sarà un loro successo, così come anche i fallimenti.. quindi attenzione a deludere le loro aspettative!

Il paradosso di essere lodati e svalutati allo stesso tempo

Può sembrare strano che delle persone pensino che siamo a volte dei campioni e altre l’essenza del fallimento e dell’inutilità.

Questo è proprio quello che avviene e svolge un ruolo importante nel rapporto genitori/figli di struttura narcisistica.

Il bambino si costruirà una sua identità estremamente confusa oscillante tra queste due percezioni così lontane.

Per difendersi dalla pesante sensazione di non valere nulla, si costruirà un immagine di sé iper-valutata, iniziando a voler pensare di essere unico e speciale, allontanando così la distruttiva immagine di inutilità su di lui fortemente proiettata.

Infondo quando non ci sono più vie di mezzo, è più rassicurante credersi delle divinità che dei vermi striscianti.

La voglia di primeggiare per non deluderli e la paura che abbiano ragione

Vivendo nella paura di non essere all’altezza delle loro aspettative e di “scoprire” di essere dei buoni a nulla, i futuri narcisisti cercano di primeggiare in ogni cosa, dagli sport, allo studio, alle relazioni sociali, alle relazioni amorose ecc.

Il peso di dover essere sempre i migliori li porterà gradualmente a perdersi il piacere di potersi sentire “normali” e di poter vivere la vita in modo più semplice e sereno.

Non ho più sogni e desideri, inseguirò i vostri

Questi bambini finiscono per pensare ed agire con lo scopo di nutrire il proprio ego in modo che possa reggere un immagine di se vincente tenendo così i più profondi e reali sentimenti di inadeguatezza, rabbia e tristezza.

Vengono manipolati e abituati sin da subito a soddisfare e inseguire i sogni di genitori frustrati e poco empatici.

Lo fanno per così tanto tempo da finire col perdere contatto con la propria natura, desideri e sogni, si finisce come per dimenticarli.

È abbastanza comune che questi ragazzi finiscano per intraprendere un percorso di vita all’insegna della ricerca ossessiva del successo sociale.

Magari la loro natura li avrebbe portati a diventare dei bravi lavoratori innamorati di ciò che fanno, ma ormai sono così distaccati da se stessi da ricercare qualcosa che nutra la loro grandezza e renda orgogliosi i genitori.

La rabbia violenta del genitore deluso

Non vi è spazio per cadute e fallimenti e non è concesso seguire i propri desideri se in contrasto con i loro.

Hanno già disegnato nella loro mente il percorso che il giovane dovrà seguire, fatto ovviamente di successi e grandiosità.

Il piano per loro è già stato scritto e ogni variazione provocherà nella figura genitoriale frustrata, un esplosione di rabbia che può sfociare in atti anche particolarmente violenti.

Può bastare anche che il bambino sogni ad occhi aperti sulla sua vita adulta e ne parli davanti a loro, per poter assistere a scene di urla e attacchi fisici.

Per loro hanno in mente che diventino i nuovi scintillanti capi d’azienda, degli affermati avvocati o magari i nuovi presidenti degli Stati Uniti.

Non vi è spazio per poter fare il pompiere, il pizzaiolo o il commesso! Sarebbe “troppo poco” per loro, finirebbe per farli sentire umiliati davanti al loro mondo fatto di bugie e convinzioni assurde.

Riflessioni

In questo articolo abbiamo voluto dare spazio al vissuto infantile del narcisista, alla figura del genitore e al loro rapporto familiare.

Il narcisista patologico, una volta cresciuto si trasforma in un carnefice insensibile e irrecuperabile che finirà per causare molto più dolore di quello da lui vissuto.

Ci piace porre l’attenzione sulla sua infanzia, in modo tale da poter riflettere meglio su come la cattiveria e l’egoismo possono trasformare un agnellino ferito in un lupo affamato.

L’amore, quello vero, allontana il buio dai cuori delle persone e le aiuta a splendere come dovrebbero, l’odio, invece, crea i mostri.

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2 commenti su “L’infanzia del narcisista – il ruolo dei genitori e la ferita del bambino”

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