Le nuove generazioni vivono una realtà sempre più connessa, un mondo che si sviluppa virtualmente in rete e nel quale si costruiscono una seconda identità strettamente collegata a quella fisica.

Si tratta di un fenomeno del tutto nuovo nella storia umana a cui forse dobbiamo ancora abituarci e prendere bene le misure.

Online si forma una nuova dimensione, per molti aspetti estremamente simile a quella fisica e concreta, nella quale nascono e si costruiscono amicizie, gruppi di persone, relazioni sentimentali ecc.

Ed è proprio in questa nuova realtà digitale che si sviluppa un fenomeno importante quanto pericoloso, il cyberbullismo.

“Non tutte le forme di abuso lasciano lividi.”

Danielle Steel

Cos’è Il Cyberbullismo

Da molti viene definito con un bullismo 2.0, cioè una sorta sua copia/evoluzione con la differenza che si sviluppa online, in realtà il cyberbullismo è più complesso di così, conosciamo meglio di cosa si tratta.

Il cyberbullismo riguarda tutte quelle azioni violente e intenzionali, sia verbali che fisiche, volte a ridicolizzare, sminuire e danneggiare la persona e la sua immagine davanti ad un gruppo di persone sulla rete.

Si tratta di un fenomeno che purtroppo è in espansione negli ultimi anni e continua a causare la sofferenza e in alcuni casi anche la morte di tantissimi giovani.

Questa forma di violenza e prevaricazione avvenendo online può sembrare meno pericolosa del classico bullismo, tuttavia questo è un pensiero errato.

La cattiveria di alcune parole può colpire una persona ben più forte di un pugno e lasciare dei lividi nel cuore e nella mente dell’individuo che possono durare un intera vita.

I modi dei bulli per ferire online

“Cyberbullismo = bullismo. Nascondersi dietro uno schermo non lo rende meno odioso, le parole scritte fanno male.”

Ci si potrebbe chiedere come, senza un contatto fisico, si possa ferire così tanto una persona, vediamo insieme alcuni casi pratici:

Insulti e attacchi personali: immaginate di essere insultati davanti ad un pubblico in rete potenzialmente illimitato, essere derisi davanti a migliaia di persone che si uniscono nell’attaccarvi pubblicamente e che si prendono gioco di voi.

Se poi quegli attacchi vengono fatti sui punti in cui vi sentite più fragili (orientamento sessuale, problemi di peso, problemi familiari ecc.) il tutto diventa ancor più doloroso.

Esclusione e isolamento: come nella vita di tutti i giorni, desideriamo far parte di gruppi di persone con cui creare legami e trascorrere del tempo. Quando si viene tagliati fuori da ogni gruppo e lasciati da soli si possono formare delle profonde ferite nell’animo del soggetto.

Denigrazioni e false storie: creare delle storie, spesso false, con lo scopo di danneggiare pesantemente l’immagine della persona davanti al vasto pubblico di internet.

Umiliazioni pubbliche: girare dei video in cui vi umiliano e vi aggrediscono, mettendoli poi pubblici in rete e facendoli girare tra i vari gruppi di persone intenzionate a prendersi gioco di voi.

Minacce anonime: svolgendosi il tutto online, è spesso possibile rimanere anonimi e sfruttare questa condizione per mandarvi ripetute minacce di aggressione e morte rivolte sia a voi che ai vostri cari.

Pubblicazione di video intimi e privati: filmare rapporti intimi e sessuali con voi e pubblicarli in siti porno o in gruppi online di amici. Attenzione a mandare le vostre foto intime o farvi registrare in momenti molto personali, i casi sono in netto aumento e certe persone non si fanno scrupoli davanti a niente.

Differenze con il bullismo

Il bullismo esiste da sempre e consiste in attacchi sia verbali che fisici messi in atto da un singolo o un gruppo di persone spesso vicine alla vittima, in tutti questi casi vi è un contatto faccia a faccia tra le parti.

La maggior parte degli atti di bullismo avviene in contesti sociali tra pari, come ad esempio a scuola, a lavoro, in gruppi esterni di amici e in tutti quei luoghi dove si creano delle relazioni fisiche tra individui.

Qui il bullo ha sempre un nome e un cognome, un volto spesso conosciuto, insomma sappiamo bene di chi si tratta.

Nel caso del cyberbullismo, il luogo è l’intera rete, una dimensione che non conosce barriere e distanze, ma che al contrario è facilmente raggiungibile da persone da ogni parte del mondo.

I potenziali spettatori di questi atti violenti e mortificanti sono potenzialmente infiniti e non circoscritti ad un numero limitato di persone.

Il cyberbullo può rimanere anonimo e può essere estremamente più difficile identificarlo in breve tempo.

Gli insulti scritti sul web, i video umilianti pubblicati rimangono in rete per tantissimo tempo e possono tormentare la persona anche per svariati anni.

È più pericoloso del bullismo classico?

Entrambi i fenomeni possono risultare devastanti per chi si trova a subirli, molto dipende sicuramente dall’entità del danno subito in entrambi i casi.

Tuttavia a parità di gravità dell’azione, il fatto che ciò che viene pubblicato online potenzialmente può restare visibile li per sempre, può rendere la sofferenza del malcapitato un agonia quasi senza fine.

Per questo bisogna comprendere che il web è uno strumento potentissimo e dovremmo imparare a conoscerlo e utilizzarlo con cognizione di causa.

Far comprendere ai ragazzi che a volte pensano di star facendo soltanto una “bravata” che le conseguenze possono essere devastanti per chi le subisce.

Il ruolo dei genitori del bullo e della vittima

I genitori e la famiglia in generale svolge un ruolo fondamentale in entrambi i casi, per questo sarebbe opportuno fornire loro gli strumenti per comprendere la situazione e poter agire adeguatamente.

Si dice “bulli non si nasce ma ci si diventa”, questa frase dice già molto sulla responsabilità che la famiglia di un bullo può avere.

Il bullismo infatti spesso ha origine all’interno della famiglia, impariamo a comportarci così osservando gli atteggiamenti dei nostri genitori.

Dei genitori che fanno spesso sentire i propri figli inferiori e sbagliati, creeranno in lui una sensazione di forte disagio e frustrazione, che imparerà a sfogare con l’aggressività.

Quindi cambiare modo di rapportarsi con il figlio e cercare di comprendere le sue emozioni, evitando di sminuirlo, sarà sicuramente un grosso passo che lo allontanerà dal mettere in atto questi atteggiamenti violenti.

Per quanto riguarda la famiglia della vittima, il tutto è molto diverso e se vogliamo anche più difficile.

Spesso i genitori non hanno particolari colpe sulla fragilità del figlio e anzi cercano in ogni modo di proteggerlo dai prevaricatori.

I familiari di chi subisce tutto questo, soffrono sicuramente molto questa condizione e spesso cercano di evitare al ragazzo queste inutili ed eccessive sofferenze.

Tuttavia com’è comprensibile un genitore non può essere onnipresente e dato che questi atti dannosi vengono perpetrati in contesti come la scuola e il gruppo dei pari, non c’è molto che possono fare direttamente per evitarlo.

Quello che però possono fare è stargli molto vicino e sostenerlo, dialogando tanto con lui e facendogli capire che non vi è nulla di sbagliato nel suo modo di essere.

Nel caso in cui si tratti bullismo e che quindi non avvenga in rete tra persone distanti è importante agire anche sui altri fronti.

Come andare a parlare ripetutamente con gli insegnanti e far capire la gravità della situazione e la sofferenza del figlio.

Può risultare utile in alcuni casi andare a parlare anche con la famiglia del bullo e nei casi più gravi o che comunque durano da molto tempo, la denuncia alle forze dell’ordine è sicuramente un opzione che consigliamo.

“Basta che un uomo odi un altro perché l’odio vada correndo per l’umanità intera.”

Jean-Paul Sartre

Chi sono le vittime

I soggetti più colpiti sono ragazzini dagli 11 ai 17 anni anche se vi possono essere anche adulti vittime di bullismo.

Il fenomeno è in costante sviluppo e cambiamento e ad oggi sembra riguardare sempre più persone di ogni età ed estrazione sociale.

Le vittime di cyberbullismo (ma anche nel classico bullismo) sono persone considerate “diverse” dalla massa.

Spesso purtroppo quello che viene percepito come diverso può fare paura e genera sentimenti negativi nei confronti di quell’individuo.

Quante volte sentiamo di persone aggredite e insultate soltanto perché avevano un colore della pelle diverso dal nostro, o un orientamento sessuale lontano dal nostro ideale o semplicemente perché considerato un tipo strano e bizzarro.

Storie come queste sono tanto comuni quanto tristi e sarebbe il caso di aprirsi agli altri e dare alla diversità un valore unico da apprezzare e conoscere invece di chiuderci nei nostri preconcetti e nella nostra ignoranza.

Un altro fattore spesso determinante per essere presi di mira è quello di venire percepiti come persone deboli e fragili, il che rende il tutto ancora più meschino.

Una persona che attraversa dei momenti difficili andrebbe aiutata e non attaccata, se proprio vogliamo fare i bulli prendiamocela con un pugile di 120kg.

“La gente ti amerà. La gente ti odierà. E niente di tutto ciò avrà a che fare con te.”

Abraham-Hicks

Chi sono i carnefici

I carnefici nel bullismo classico sono generalmente compagni di classe e persone facenti parte di un gruppo tra pari.

In questi casi spesso si tratta di coetanei o ragazzi di qualche anno più grandi, che utilizzano la propria mole fisica per spaventare ed aggredire persone che hanno difficoltà nel sapersi difendere.

Nel cyberbullismo invece non vi sono delle “caratteristiche tipo” dell’aggressore, seppur spesso si tratti di ragazzini che non hanno ancora raggiunto un emotività e una piena consapevolezza della gravità delle proprie azioni, dietro uno schermo a bullizzare possiamo trovare anche padri e madri di famiglia, anziani, bambini.. insomma di tutto!

Può sembrare strano che queste tipologie di persone possano arrivare a comportarsi come dei bulli immaturi, tuttavia l’anonimità data dal nascondersi dietro un pc da modo a tante persone di trasformarsi drasticamente rispetto a come si mostrano nella vita sociale di tutti i giorni.

Al di la dell’età, si tratta quasi sempre di gente frustrata dalla propria vita, che sfoga il suo sentirsi piccolo e infelice cercando di attaccare e ferire gli altri.

Si sente sempre più parlare infatti di “leoni da tastiera” e di un odio dilagante tra le persone online.

È come se queste persone grazie all’anonimato decidono di togliere la maschera sociale indossata nel loro quotidiano e dare libero sfogo alle parti più socialmente inaccettabili della loro natura.

“Odiare? Roba da deboli. Per amare, invece, ci vuole forza. Tanta forza.”

Don Tonio

Legge a tutela e rischi legali per i cyberbulli

Lo stato italiano riconosce dal 2017 il reato specifico di “cyberbullismo” per il quale si va incontro a pene anche severe, a riguardo la legge 71/17 recita così:

 “Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.” (Art. 1- Comma 2).

I ragazzi e le ragazze che fanno azioni di bullismo/cyberbullismo possono commettere reati. Secondo il codice penale italiano i comportamenti penalmente rilevanti in questi casi sono:

  • percosse (art. 581),
  • lesione personale (art. 582),
  • ingiuria (art. 594),
  • diffamazione (art. 595),
  • violenza privata (art. 610),
  • minaccia (art. 612),
  • danneggiamento (art. 635).

Fonte:  www.diritto.it

I ruoli: il bullo, la vittima e lo spettatore

Gli episodi di cyberbullismo prevedono sempre la presenza di 3 differenti parti con dei ruoli specifici:

Il bullo: colui che mette in atto una serie di azioni e comportamenti volti a danneggiare l’altro e procurargli dolore e umiliazione pubblica. Questo individuo sfoga la propria rabbia e frustrazione su persone più indifese e non è raro che si faccia aiutare da altre persone che lo aiutino e lo sostengano nelle azioni contro il malcapitato.

La vittima: colui che si ritrova a vivere dinamiche sofferenti inflittegli solitamente dal suo gruppo dei pari.

Una persona spesso fragile e sensibile spesso isolata dal gruppo dei pari perché considerata “strana”.

Lo spettatore: al contrario di quanto si possa pensare, questa è probabilmente la figura primaria senza la quale gli atti di bullismo spesso non avrebbero neanche inizio.

Il bullo ha bisogno di un pubblico a cui mostrare la sua “forza” , degli spettatori che lo sostengano nelle sue azioni e deridano la vittima. Insomma senza pubblico non c’è uno “show”!

La figura dello spettatore si divide a sua volta in 3 categorie: il sostenitore del bullo – l’osservatore assente e il difensore della vittima.

I primi si schierano dalla parte del bullo, contribuendo ad attaccare e a deridere la persona, i secondi fanno finta di nulla, spesso per paura di ricevere lo stesso trattamento, mentre gli ultimi sono quei (pochi) coraggiosi che riescono a schierarsi dalla parte del “più debole” e a dargli sostegno e aiuto.

“Capire il prossimo è la cosa più difficile. Devi provare a mettere il tuo occhio e le tue orecchie e le tue dita in quello spazio misterioso tra la pelle di una persona e il suo cuore.”

Fabrizio Caramagna

Conseguenze del subire cyberbullismo

Essere il bersaglio di continue manifestazioni di rabbia e odio, danneggia gravemente la mente di chi è costretto a fare i conti con questa realtà.

Le ferite inferte dagli aggressori, scaveranno profondi solchi nell’animo della vittima e a volte non basterà una vita per rimarginarle.

Le conseguenze possibili dipendono da diversi fattori, come: la gravità delle violenze subite, per quanto tempo si sono perpetrate, la sensibilità personale di chi le subisce e la sua capacità o meno di attutire i colpi ed essere resiliente.

Fatta questa doverosa premessa andiamo a vedere a cosa può portare tutto questo:

  • Abbandono della vita sociale e scolastica
  • Perdita di fiducia nel prossimo
  • Sensi di colpa
  • Mancanza di autostima
  • Ansia e panico
  • Chiusura in se stessi e difficoltà a relazionarsi
  • Atti autolesionistici
  • Disturbi dell’umore
  • Depressione
  • Nei casi più gravi il suicidio

Ricordiamoci che le persone hanno dei sentimenti e ferirli ripetutamente può distruggere il loro mondo interiore e rovinarle la vita, sosteniamo queste persone e denunciamo a chi di dovere gli atti di bullismo.

“Dicono che capendo noi stessi, capiremo meglio gli altri, ma io vi dico, amando gli altri impareremo qualcosa in più su noi stessi.”

Khalil Gibran

Come combattere questo fenomeno

Il primo e più importante passo è la sensibilizzazione al fenomeno.

Le persone devono iniziare a comprendere i rischi e i danni che si celano dietro questi eventi così distruttivi, l’odio non deve essere più un opzione tollerabile.

A scuola si dovrebbe parlare più del bullismo, sensibilizzando maggiormente sia i ragazzi che gli insegnanti in modo tale che possano contrastare attivamente l’insorgere di tali azioni.

Educare il mondo alla comprensione dell’altro e alla gentilezza, darà dei nuovi strumenti e una rinnovata umanità alle nuove generazioni.

“Ciò che non giova all’alveare, non giova neppure all’ape.”

Marco Aurelio

Riflessioni

Vogliamo vivere in un mondo in cui l’odio e la violenza vengano silenziosamente accettati?

La sofferenza degli altri cosa mai ci può portare di buono?

Regalare al prossimo un sorriso, una piccola attenzione non ci costa nulla mentre a loro può migliorare la giornata.

Condannarli ad episodi di bullismo o anche solo permetterli, svuoterà il nostro cuore e impoverirà ciò che siamo.

Nel mondo non esistiamo soltanto noi ed i nostri bisogni, aprirci ed entrare in contatto con l’altro ci permetterà di vivere in modo più consapevole ed in pace con noi stessi.

“Tu ed io non siamo che una cosa sola. Non posso farti del male senza ferirmi.”

Mahatma Gandhi

Leggi anche: Bullismo femminile: Quando i bulli sono delle donne

1 commento su “Il Cyberbullismo: l’odio online e le sue conseguenze”

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