Nella nostra vita abbiamo tutti, in misura maggiore o minore, provato gelosia: che essa fosse indirizzata da bambini verso un oggetto od un genitore, o in età adulta verso un partner o un’amicizia che si considerava speciale, ognuno di noi sa quanto può essere lacerante e destabilizzante la gelosia.


Ma cos’è in realtà la gelosia?

Molte sono le definizioni che gli sono state date nel tempo;

Jung (uno dei padri della psicologia contemporanea) la definiva come una mancanza della capacità di amare e affidarsi all’altro.

Nella moderna società occidentale gli si riconosce un ruolo quasi fondamentale all’interno di una relazione spesso visto come un “tenerci veramente”.

Quando parliamo di gelosia, in realtà, parliamo della paura di perdere qualcosa che riteniamo nostro e su cui rivendichiamo un diritto di possesso.

La gelosia si cela dietro molti atteggiamenti che sembrano innocui, ma che nascondono in realtà una mancanza di fiducia nella persona che abbiamo accanto, se indirizzata verso un partner sentimentale, e al contempo svela una nostra fragilità, una mancanza di autostima che ci convince di non essere abbastanza, di essere facilmente sostituibili e ci fa vedere tutti come potenziali nemici pronti a sottrarci l’amato.

I social e la gelosia

Negli ultimi anni, con l’aumento della tecnologia e soprattutto nell’utilizzo dei social, la percezione illusoria di avere un maggior controllo sulla persona amata è aumentata.

La tentazione di controllare gli ultimi accessi, le amicizie, i messaggi visualizzati e tener traccia dei tempi di risposta dell’altro, considerandoli infine non sufficientemente rapidi, sono trappole in cui è fin troppo facile cadere e che dicono di noi, e del nostro approccio alle relazioni, ben più di quanto dicano dell’altro.

L’eccessivo bisogno di controllo, l’ossessione per dettagli poco importanti come può esserlo un ultimo accesso o un messaggio visualizzato, portano a fratture profonde nel rapporto che è spesso difficile ricostruire, poiché minano un sentimento che in una relazione di coppia è fondamentale: la fiducia.

Come fare, allora, a tenere a freno quello che Shakespeare definiva un mostro dagli occhi verdi?

I rimedi sono banali, e spesso proprio per questo motivo sottovalutati: le relazioni, di qualsiasi tipo esse siano, si basano sul dialogo ed è proprio su questo che dovete concentrare maggiormente le vostre attenzioni.

Parlate con il vostro partner, con calma, cercando di essere razionali, ed esponetegli le vostre ragioni così che lui possa tanto capire il vostro punto di vista quanto spiegarvi il suo.

Parlare, badate bene, non vuol dire imporre le proprie necessità ad un’altra persona, che sebbene in un primo momento potrebbe assecondarvi, finirebbe alla lunga a trovare qualsivoglia tipo di imposizione esterna (ad esempio il divieto di avere amicizie femminili, di poter andare a vedere una partita con gli amici o l’impedirgli di partecipare ad una semplice partita di calcetto) castrante.

Riflettete, preferite un rapporto sincero, basato sullo scambio, o un partner che per paura di una vostra reazione preferisce mentirvi?

Quello che spesso si dimentica, parlando di gelosia e relazioni, è che ognuno di noi è differente e vive in maniera del tutto personale tanto le amicizie, quanto gli hobby o la gestione del tempo libero.

Cosa fare, allora, se la vostra gelosia cozza con lo stile di vita del vostro compagno al punto di farvi soffrire, e se il parlarne non ha portato ad alcun risultato?

Spesso, in questi casi, la visita da un terapeuta può aiutare sia il singolo che la coppia, poiché una figura professionale può fornirvi un punto di vista esterno, scevro da condizionamenti (un amico, per quanto cercherà di essere obiettivo, infatti, difficilmente potrà esserlo al 100% a causa del legame affettivo che vi unisce) ed aiutarvi a creare dei mezzi per gestire le vostre insicurezze e, di riflesso, la vostra gelosia.

Gelosia e Possessività, due facce della stessa medaglia?

Troppo spesso si fa l’errore di confondere la gelosia con la possessività, ritenendo che il bisogno di controllare l’altro sia insito nel concetto stesso di amore: quante volte avete sentito ripetere, o forse avete detto voi stessi, che “se ti ama è geloso, se non lo è vuol dire che non è realmente interessato”?

La domanda che dobbiamo farci è: è davvero così? La gelosia è una componente essenziale in una relazione?

Una gelosia tenue, fatta di battute e fastidi momentanei può essere tollerabile e divenire una componente quasi goliardica all’intero di un rapporto, ma non appena questa si tramuta in possessività bisogna avere la capacità di analizzare i propri atteggiamenti e fare un passo indietro.

Possessività

La possessività è il bisogno morboso, spesso patologico, di possedere l’altro, di essere a conoscenza di ogni sua mossa, ogni suo pensiero, come se questo ci donasse un controllo effettivo su di lui.

Il terrore di perdere qualcuno si tramuta in una gabbia irta di spine in cui tentiamo di intrappolare la persona amata, piegandola alle nostre necessità e obbligandola a adattarsi ad ogni nostro bisogno, desiderio e capriccio, privandolo della propria individualità e capacità di scelta.

La possessività si nasconde dietro molti, troppi, atteggiamenti che molte coppie ritengono quasi dovuti: l’impedire all’altro di coltivare relazioni personali con persone di sesso opposto, il divieto di indossare alcuni capi di abbigliamento, l’impedire all’altro di uscire da soli, il divieto di coltivare hobby e passioni personali, di intrattenere rapporti con i figli nati da una precedente relazione o ancora la pretesa di cancellare completamente il passato altrui, ritenendolo in qualche modo un pericolo per la relazione stessa.

Segnali d’allarme

Come capire se la relazione in cui siamo è sana, e se il livello di gelosia che proiettiamo sull’altro (o l’altro proietta su di noi) è eccessivo?

Di base, spesso, già il porsi questo tipo di domande è un segnale d’allarme, poiché il nostro inconscio ci sta comunicando che qualcosa non va e ci spinge ad interrogarci sul nostro rapporto.

Analizzare gli atteggiamenti dell’altro, quanto i propri, è fondamentale, ma lo è anche chiedersi: sono felice? Sto sacrificando interi aspetti della mia vita per un’altra persona? Mi privo di fare cose che mi rendevano felice solo per compiacerla?

Se anche una sola di queste domande è affermativa, è necessario rivedere le fondamenta del proprio rapporto, poiché annullarsi o privarsi di qualcosa unicamente per rendere felice un’altra persona è sbagliato tanto per noi, che finiremmo con l’essere infelici sul lungo periodo, quanto per chi proietta su di noi le sue insicurezze.

La realtà, che troppo spesso dimentichiamo, è che una relazione deve renderci felici ed alleggerirci la vita, rendendo più facile seguire la strada che abbiamo scelto per noi, non divenire un groviglio frustrante di privazioni, minacce e ricatti.

Gelosia e violenza

Capita, a volte, che la gelosia venga utilizzata come scusa per atteggiamenti violenti verso il proprio partner. Può essere un tipo di violenza verbale, fatta di insulti, minacce e tentativi di farvi sentire inferiori, non adatti, o una violenza fisica fatta di strattoni, schiaffi e percosse fisiche.

In nessuno di questi casi, né se rivolta verso una donna, né se rivolta verso un uomo, dobbiamo ritenere la violenza giustificabile.

Un uomo che vi picchia non vi ama, così come non vi ama una donna che vi sminuisce e vi insulta nel tentativo di mantenere un controllo sulle vostre emozioni.

Non cadete nella trappola del “è colpa mia che l’ho provocato”, poiché nessuna persona equilibrata arriverà mai a aggredirvi verbalmente, o picchiarvi, solo per esser stata provocata: si allontanerà da voi finché non avrà riacquistato la calma necessaria e mai, in nessun caso, arriverà a farvi del male fisico od emotivo.

Non giustificate questi atteggiamenti; la cronaca ci insegna come la violenza non faccia altro che perpetuarsi e peggiorare con il tempo, aggravandosi fino ad arrivare ad un punto di non ritorno.

Badate bene anche a non incappare in pensieri comeè l’unico che potrebbe amarmi, posso sopportare” poiché sono causati da mancanza d’autostima e della paura dell’abbandono, emozioni su cui dovreste lavorare con l’aiuto di una figura professionale, non certo permettendo a qualcuno di abusare del vostro tempo e di manovrare la vostra vita.

Chiedere aiuto


È una delle cose più difficili da fare quando si vive una relazione abusiva, per i motivi più svariati: paura di perdere l’altro, paura di non essere compresi, l’intima convinzione che se si è permesso all’altro di maltrattarci in fin dei conti è perché ce lo meritiamo, la vergogna di non sapere cosa fare e come uscire da una situazione che ormai è fuori dal nostro controllo.

Non ultimo spesso a frenare è la dipendenza economica dalla persona da cui si vorrebbe fuggire.

Che fare in queste situazioni? La prima cosa da fare è rivolgersi a delle associazioni specializzate, ossia i centri antiviolenza presenti in tutto il territorio italiano che offrono, oltre a consulenze legali e psicologiche, orientamento al lavoro e in casi estremi strutture adatte ad una prima accoglienza.

Da ricordare è il 1522, un numero gratuito istituito dal Consiglio dei ministri ed attivo 24 ore su 24 che offre assistenza alle vittime di violenze e stalking in diverse lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo ed arabo.

1 commento su “Gelosia: amore, possessività e insicurezze”

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