I bambini sono esseri puri e innocenti e non conoscono il male, ma quando l’infanzia viene segnata dalla violenza, quando l’unica cosa che vedono e subiscono è il male e la cattiveria, la loro innocenza svanisce e in loro possono manifestarsi comportamenti impensabili e a dir poco da brividi.

E’ il caso di Beth Thomas, conosciuta come “la bambina psicopatica”.

Ci troviamo negli anni 80, la piccola all’età di due anni ha incubi frequenti di un uomo che cade sopra di lei e la ferisce con parti del corpo.

Subito dopo comincia a mostrare disturbi della condotta che incutono paura alla sua famiglia adottiva: incapace di provare certe emozioni e sentimenti, l’unico desiderio che l’accompagna è quello di uccidere, così sfoga il suo istinto infilando ripetutamente aghi a suo fratello e arrivando anche a uccidere animali domestici.

L’aspetto più inquietante del comportamento di Beth è la sua totale mancanza di rimorso o preoccupazione per le sue azioni e la piena consapevolezza, caratteristica che appartiene alla psicopatia.

LA CONVERSAZIONE FRA BETH E IL SUO PSICOTERAPEUTA

DOTTOR KEN: Infili aghi alle persone?

BETH: Si

DOTTOR KEN: A chi?

BETH: A mio fratello

DOTTOR KEN: Lo fai molte volte o poche?

BETH: Molte volte

DOTTOR KEN: ti piacerebbe farlo ad altri bambini?

BETH: Si

DOTTOR KEN: Hai animali?

BETH: Si 4

DOTTOR KEN: Cosa fai agli animali?

BETH: gli infilo degli aghi

DOTTOR KEN: Lo fai molte volte?

BETH: Molte volte

DOTTOR KEN: Perché lo fai?

BETH: Per ucciderli.

DOTTOR KEN: A chi vorresti infilare aghi?

BETH: A mamma e papà

DOTTOR KEN: Cosa vorresti gli capitasse?

BETH: La morte.

Questi sono i frammenti di alcune conversazioni che Beth ha avuto con il Dottor Ken Magid, lo psicoterapeuta che la prese in cura.

Ma come può una bambina arrivare ad avere pensieri così agghiaccianti, sentire il piacere nell’infliggere violenza a chiunque, persino alla sua famiglia adottiva che gli da tanto amore? E come fa a non provare alcun senso di colpa?

LA VITA DI BETH

TUTTO QUELLO CHE CI CAPITA NELL’INFANZIA CI SEGNA

Beth Tomhas perse la madre quando aveva soltanto 19 mesi. Lei e il suo fratellino più piccolo Jonathan rimasero con il loro padre, ma qui comincia il calvario dei due piccoli: il padre abusa sessualmente di loro.

Quando i medici si accorsero degli abusi, contattarono gli assistenti sociali che dopo sei mesi li tolsero dalla casa del padre il quale venne portato in carcere per molti anni.

Subito dopo Beth e suo fratello vennero adottati da una coppia amorevole che desiderava avere figli da diverso tempo, ma che non riusciva a concepire.  I due bambini per loro furono un bellissimo regalo.

Purtroppo la gioia dei genitori adottivi durò molto poco: essi non furono avvisati sugli abusi del padre, ma bastarono due mesi per rendersi conto dei comportamenti allarmanti dei piccoli.

Avevano entrambi atteggiamenti inquietanti, ma l’aspetto che più li preoccupava era la mancanza di rimorso in Beth dopo aver compiuto azioni terribili.

Sembrava posseduta da una rabbia che non riusciva a controllare.  

Feriva con aghi il suo fratellino e gli animali domestici, ammettendo in seguito allo psicoterapeuta che avrebbe voluto uccidere tutta la famiglia nel cuore della notte.

Arrivò persino a far sbattere la testa di Jonathan contro un pavimento di cemento. Tutti i giorni si masturbava in modo compulsivo fino a far sanguinare le parti intime e lo faceva anche in pubblico.

I genitori adottivi spaventati e preoccupati, portarono la piccola Beht da uno psicoterapeuta, il Dottor Ken Magid, specializzato sui bambini vittime di abusi sessuali. Ciò che scoprirono sulla bambina fu tremendo.

Nelle conversazioni con lo psicoterapeuta, questo è quello che Beth racconterà.

DOTTOR KEN: La gente ha paura di te Beth?

BETH: Si

DOTTOR KEN: Chi ha paura di te?

BETH: Jonn

DOTTOR KEN: Perché Jonn ha paura di te?

BETH: Perché gli faccio male

DOTTOR KEN: La notte cosa fanno i tuoi genitori alla tua porta?

BETH: La chiudono a chiave

DOTTOR KEN: Sai il perché?

BETH: Perché non vogliono che faccio del male a Jonn

DOTTOR KEN: Hanno paura che tu possa fare del male anche a loro?

BETH: Si

DOTTOR KEN: E tu lo faresti?

BETH: Si

DOTTOR KEN: Quando lo faresti?

BETH: La notte

DOTTOR KEN: Perché di notte?

BETH: Non mi piace che mi vedano. Ma possono sentirmi.

DOTTOR KEN: E cosa faresti?

BETH: Li pugnalerei

DOTTOR KEN: Con cosa li pugnaleresti?

BETH: Con un coltello (Beth aveva già tentato di farlo rubando i coltelli appuntiti dentro la lavastoviglie)

DOTTOR KEN: Perché vuoi che muoia tuo fratello?

BETH: perché mi hanno fatto del male e non voglio stare vicino alle persone

DOTTOR KEN: Parlami del tuo padre biologico

BETH: Quando lui toccava la mia vagina, le faceva del male fino a farla sanguinare. Non mi dava molto da mangiare. Mi puniva. Non era molto buono con me.

DOTTOR KEN: Quanti anni avevi?

BETH: Uno.

DOTTOR KEN: Cosa fai alle parti intime di tuo fratello?

BETH: Gli faccio del male

DOTTOR KEN: Parlami di questo cosa gli fai?

BETH: Gli pizzico, gli strizzo e gli do calci

DOTTOR KEN: Quando gli fai tutte queste cose, cosa ti dice tuo fratello?

BETH: Mi dice fermati, ma io non mi fermo

DOTTOR KEN: Gli fai del male?

BETH: Si molto

DOTTOR KEN: Ti piacerebbe farlo ad altri bambini?

BETH: Si

A Beth le venne diagnosticato un disturbo sull’attaccamento per cui non riusciva ad avere relazioni sane con gli altri.

Per tale ragione la piccola venne ricoverata e gli venne fatto fare un percorso che le insegnasse quali sono le regole e le abitudini sane con le altre persone.

LA VITA DI BETH DOPO LA TERAPIA

Il percorso terapeutico ha permesso a Beth di vivere tranquillamente nella società, ha imparato infatti a controllare i suoi impulsi ed avere maggiore consapevolezza delle sue azioni.

La bambina che un tempo terrorizzava la sua famiglia, ad oggi è una brillante infermiera e organizzatrice di conferenze sulla terapia dell’attaccamento.

Nonostante gli atteggiamenti violenti non si siano più manifestati, alcuni terapisti pensano che Beth abbia imparato solo a fingere. Uno fra questi è il Dottor Josè Luis Gil  e ciò è dovuto al fatto che alla bambina non sono stati trattati il dolore e l’odio che provava, ma semplicemente si è lavorato sulle conseguenze delle sue azioni negative.

Sara davvero cosi?

PSICOPATIA O SOCIOPATIA?

Un altro quesito irrisolto è se Beth era davvero una bambina psicopatica. Oppure era sociopatica?

Ma vediamo insieme quali sono le differenze.

La psicopatia è un disturbo mentale caratterizzato da un comportamento antisociale, una mancanza di empatia e di rimorso.

La condizione è innata, per cui a livello biologico determinate aree del cervello che sono legate alle emozioni, agli impulsi e alla presa di decisioni, non si attivano.

Nella sociopatia vi è sempre un comportamento antisociale e con mancanza di rimorso, ma in questo caso è l’ambiente esterno ad avere un ruolo principale per lo sviluppo di tale disturbo.

Nel caso di Beth, le sue azioni sarebbero la conseguenza di un educazione sbagliata e un vissuto traumatico. Ad ogni modo non si hanno ancora certezze del tutto chiare.

CONCLUSIONI

Tutto ciò ci dovrebbe far riflettere su quanto sia importante avere un’infanzia sana e serena e su come certi eventi e traumi possano avere conseguenze terribili.

Vi lascio il link di un video su Beth che parla con lo psicoterapeuta: video

Spero di esservi stata utile. A presto!

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1 commento su “Beth Tomhas: la bambina psicopatica che voleva uccidere la sua famiglia”

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